Gli allevatori debbono confrontarsi con i livelli di nitrati nel terreno come nelle acque risultanti dai reflui zootecnici ed affrontare il problema del loro contenimento. Questo tema, che rientra nella sostenibilità ambientale delle produzioni, è […]
Gli allevatori debbono confrontarsi con i livelli di nitrati nel terreno come nelle acque risultanti dai reflui zootecnici ed affrontare il problema del loro contenimento.
Questo tema, che rientra nella sostenibilità ambientale delle produzioni, è sentito anche in Nuova Zelanda dove si calcola che le emissioni annuali di azoto per ettaro sono di 4 kg per la silvicoltura e 12 kg per l’allevamento ovino e per quello da carne. Le emissioni più elevate, pari a 34 kg, sono quelle degli allevamenti da latte e questo può rappresentare un fattore limitante per la produzione.
È stato dunque avviato un programma per ridurre del 10-15% tali emissioni, attraverso azioni di sensibilizzazione e formazione degli agricoltori per la adozione di pratiche aziendali e culturali di mitigazione delle perdite azotate. Gli interventi da intraprendere debbono essere mirati per ogni singola azienda, dato che le situazioni possono variare sensibilmente in relazione al numero di animali dell’allevamento, alle colture e pratiche colturali.
Il tema delle emissioni rientra nel contesto più ampio della sostenibilità ed il loro contenimento si propone due obiettivi: permettere una gestione ordinata della crescita produttiva e rispondere ai parametri fissati dalle normative ambientali e territoriali. Un sistema di buone pratiche significa ridurre i flussi di azoto che passano dall’allevamento alle acque, per mantenere questo elemento nel terreno a disposizione delle colture.
Fonte: NZ Farmer
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