Con l’avvento, dopo la seconda guerra mondiale, della cosiddetta società del benessere, il consumo ha plasmato il nostro ritmo di vita, trasformando in riti l’acquisto e l’uso dei beni materiali. […]
Con l’avvento, dopo la seconda guerra mondiale, della cosiddetta società del benessere, il consumo ha plasmato il nostro ritmo di vita, trasformando in riti l’acquisto e l’uso dei beni materiali.
Di conseguenza, quella in cui viviamo è divenuta la società dei consumi dove, come ha profetizzato Lebow, poter acquistare, eliminare, sostituire ogni genere di prodotto ad un ritmo sempre più rapido, il che ha rappresentato il più veloce cambiamento che la specie umana abbia mai sperimentato nella vita di tutti i giorni.
Il paradosso però è che questo diffuso benessere materiale non è riuscito a renderci soddisfatti di noi stessi, anzi ha accentuato le problematiche sociali, psicologiche, spirituali, per non parlare di quelle ambientali.
Non deve dunque sorprendere se si comincia a parlare della necessità di una disintossicazione dall’economia del consumo e del passaggio da una dipendenza dallo shopping (shopaholic) a quella dal risparmio (saveaholic) dove sempre più si riusa e ricicla secondo il modello dell’economia circolare.
Anche le imprese dovranno tener conto di questa tendenza, per cui i nuovi prodotti e le conseguenti tecnologie andranno sviluppati in collaborazione con i consumatori e non prefigurando invece questi come semplici utilizzatori finali.
Dallo spreco al risparmio, potremmo dire: questa sarà la nostra sfida vitale.
Fonte: Food Updates, Food Navigator
Session expired
Please log in again. The login page will open in a new tab. After logging in you can close it and return to this page.