È di pochi giorni fa la notizia della distruzione in Russia di formaggi e frutta provenienti da paesi soggetti al blocco commerciale in vigore dal 6 agosto dello scorso anno […]
È di pochi giorni fa la notizia della distruzione in Russia di formaggi e frutta provenienti da paesi soggetti al blocco commerciale in vigore dal 6 agosto dello scorso anno per UE, Norvegia, USA, Canada ed Australia. Si tratta di prodotti arrivati illegalmente attraverso paesi confinanti o qui riconfezionati modificando il paese d’origine.
Questo divieto all’importazione in Russia, unitamente alla riduzione degli acquisti cinesi ed al generale aumento produttivo, ha comportato un generale crollo nel prezzo del latte a livello mondiale. Il calo delle quotazioni rispetto ad un anno fa, si aggira sul 50% in Nuova Zelanda ed il 30% o più in Europa, con gravi ripercussioni per gli allevatori.
Dunque, da un lato in buona parte delle grandi aree lattiere del mondo gli allevatori si trovano a dover collocare il latte a prezzi insufficienti, dall’altro si assiste ad una penuria di prodotti sugli scaffali dei negozi.
Una situazione paradossale che porta a chiedersi: cui prodest, a chi giova?
Fonte: MagicValley, The Hindu BusinessLine
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